Giacché la donna è spesso paragonata ai fiori sono costretta a usare tale abusata metafora. Non tutti i fiori sbocciano nello stesso periodo, alcuni lo fanno prima altri lo fanno dopo. Non tutti i fiori sono belli. Così anche le donne. Non tutte le donne sono belle- e per le sfortunate che belle non sono la vita non è affatto lieve- e soprattutto sono poche le donne belle a sedici anni. E’ un privilegio di poche elette. Ma prima o poi sbocciano un po’ tutte.
Mi prepari per favore due mazzi di fiori: uno più bello per la donna che voglio conquistare e l’altro un po’ meno bello per l’amica cessa. Ad ognuna il suo fiore.
Scusi se mi permetto, ma perché vuole regalare i fiori anche all’amica?
Ho letto che alle donne piace il non essere espliciti. Dovrebbe cogliere la differenza tra i suoi fiori e quelli dell’altra ma è velata, lo capisce? E’ un gioco, è seduzione. E’ diverso da presentarsi lì pateticamente con un unico mazzo di fiori… non conquista, lo sa? Così io rendo omaggio alla bellezza femminile e alla dama il cui cuore rapirò.
Lei è un dongiovanni signorotto, ma anche l’altra ragazza si accorgerà della differenza, non crede?
Mi chiami pure così. Veramente secondo me nessuno le ha mai regalato dei fiori, apprezzerà il gesto nuovo. Sono perfetti. Grazie mille.
Arianna è bella, ha sedici anni ed è molto bella. Non è che a sedici anni ci siano molte preoccupazioni se si è belli, infatti Arianna vive in un mondo tutto suo, forse non proprio suo, fatto di fondotinta, gloss, scarpe e simili, un mondo pieno di ragazzi che entrano e escono dalla sua vita con molta rapidità. C’è in Arianna il senso della conquista, ama fare finta di essere stata conquistata e conquistare. Ha fatto suo il gioco seduttivo, almeno per quello che si intende seduzione a sedici anni, ha dalla sua un atteggiamento innato molto grazioso, che in un mondo ove la virilità del femminile la fa da padrone colpisce e non poco. Non è mai volgare a dire il vero, né sfacciata, è molto elegante, molta velata in questo suo gioco. Gioco che le è costato caro giacché ha perso quasi tutte le amiche che aveva, ha fregato a ciascuna di loro il ragazzo almeno una volta, e si sa il femminile non perdona questi torti. Così Arianna è abbastanza sola, ha l’intelligenza per rendersene conto, nel confessionale e nel suo rapporto con Dio ammette sempre di avere un po’ sbagliato, ma che colpa ne ha Arianna se i ragazzi delle sue amiche alla fine preferiscono lei? E’ una colpa essere belle? Le sue ex-amiche la definiscono troia, non si può pomiciare nel giro di due settimane con due persone diverse, si sa. Lei accetta tutto con un atteggiamento passivo che è molto diverso dalla rassegnazione, a volte si potrebbe dire che in realtà non le interessa proprio ciò che la circonda, e cosa ancora più terribilmente affascinante che non le interessa nemmeno quello che ha dentro di sé. La sensazione che si ha nel stare accanto ad Arianna è che lei abbia capito, abbia ricevuto la grazia di capire, che non è altro che una macchina, e questo non la turba, non è per lei una scoperta, è lei, è intrinseca. Per questo non ha reazioni forti. Non piange quando i ragazzi che molla piangono, non le fanno alcun effetto, non si scompone alle grida delle ex-amiche che le urlano dietro, non ha affatto alcun significativo tratto umano, a parte il corpo intendo. Penso che non abbia desideri fa il tutto per meccanica. Se dovessi definire Arianna userei proprio meccanica: Arianna meccanica, autistica a suo modo, del tutto indifferente a qualsiasi cosa.
Non ho capito niente del tuo discorso. Mi sembri un po’ confusa però… Sai cosa c’è da fare di matematica?
Ari, come faccio a non essere confusa? Mi vedi? No guardami Ari! In certi corpi regna la bellezza. Nel tuo corpo regna la bellezza. Non nel mio. Avrei voluto avere un corpo in cui regnasse la bellezza, mi trovo ad avere un corpo pieno di cicatrici segno del dolore che fu, e che è, di un corpo mai accettato e che ho sempre tentato di violare, non per modificarlo ma solo per fargli capire che non l’ho scelto che non mi va bene, che io lo odio. Vorrei non un corpo diverso, so che non lo posso avere, vorrei solo avere la capacità di trovare la bellezza che c’è tra una cicatrice e l’altra. Perché c’è bellezza tra una cicatrice e l’altra non è vero? Mi sarebbe d’aiuto se qualcuno trovasse gradevole il modo in cui mi manifesto come presenza fisica, ma temo che ci dovrò arrivare da sola. Nella mia mente tutto è confuso Ari, io so che il mio problema è il mio corpo. Faccio fatica persino a camminare, a trascinare queste enormi cosce che mi ritrovo, come faccio a non avere confusione in me? Vedo il tuo corpo snello passarmi accanto, essere osservato da tutti, essere apprezzato, essere ammirato, essere amato, sorridente e pimpante mentre io fondamentalmente cammino sola cercando di non guardare la mia ombra, mmirando anche io il tuo corpo e la bellezza che non mi è concessa. Come fai a non essere confuso se sei così? Prova a metterti nei miei panni, come fa a non venirti voglia di farti del male con le lamette, con gli stuzzicadenti che strusci forte sulla pelle, con le bottiglie che vuoi svuotare, e con il cibo che continui a mangiare?
Ma non dire sciocchezze anche io devo dimagrire un po’ ma non ne faccio mica una tragedia. Ma gli esercizi vanno fatti tutti?
Il patetico dialogo è ovviamente tra Arianna e l’amica cessa. Mentre per definire Arianna abbiamo dovuto usare “meccanica” per l’amica cessa non c’è alcuna necessità di dare ulteriori definizioni. E’ contenuta miseramente in tale definizione, cessa intendo, e poi dal suo monologo abbiamo capito il necessario. Le due elemosinavano a vicenda l’una all’altra la propria compagnia – cos’è poi l’amicizia se non questo?- Arianna perché ormai era stata abbandonata da tutte le altre, e l’amica cessa perché solo Arianna se la filava. Che tragedia avere sedici anni, è tutto così chiaro a sedici anni, e loro sapevano benissimo che cosa volevano l’una dall’altra, volevano la stessa cosa, era un subdolo patto non detto, non scritto, mai confessato, ma di cui erano perfettamente a conoscenza: si usavano l’un l’altra, usavano il loro rispettivo corpo per starsi accanto, nel loro rapporto non c’era nient’altro che due corpi seduti nella stessa camera. E’ terribile elemosinare amore, ma quanto è terribile elemosinare compagnia?
Il dongiovanni di cui si parlava sopra invece è un personaggio alquanto ermetico, che ha voluto ben nascondersi dal mio sguardo indiscreto, quindi di lui non so dire molto, e in realtà non mi interessa affatto. So solo che ha cercato di conquistare Arianna, con i suoi fiori, il suo corteggiamento, ha provato a starle vicino, poi ha dovuto farsi amica l’amica cessa. E’ successo che lei se ne sia innamorata e anche il baldo giovane piano piano ha scoperto che la compagnia dell’amica cessa gli era necessaria, e che in fondo di Arianna gli importava il giusto. Ci sono cose più importanti dell’aspetto fisico, c’è la comprensione, il dolore che si riesce a condividere, e di dolore l’adolescenza è piena, diciamo che si può condividere molto e per molto tempo. Arianna non fu felice di questo legame eppure il dongiovanni non le interessava affatto, ma si sa come funzionano queste cose, si convinse di amarlo. Lo conquistò perché ci sono cose più importanti della comprensione e del dolore che si riesce a condividere. E’ facile intuire quale fu il dramma provato dall’amica cessa, ma non si rese capace di nessun moto di orgoglio o più semplicemente di dignità, subì quel oltraggio e per paura di finire con solo il suo enorme corpo in mezzo a una stanza accettò di stare accanto ai corpi avvinghiati di Arianna e del dongiovanni, vide frantumarsi il suo cuore, ingrassò ancora di più, aumentarono le cicatrici sul suo corpo, e non sbocciò, non sbocciò affatto.