Mettiamo subito in chiaro le cose. Chiara è bella. Chiara piace. Questo per quanto ci concerne è l’unica informazione necessaria.
“Oh, allora si va stasera?”
“Sì, sì. Dammi un’oretta per prepararmi. Sono in delle condizioni… ”
“ Sarai bellissima come sempre, allora ti aspetto sotto casa alle nove…”
“Ok, va benissimo. Ciao a dopo.”
“A dopo”
Iniziò a prepararsi. Era per lei una specie di rito, quasi religioso. C’erano dei tempi da seguire. Il tutto doveva essere fatto con somma attenzione ad ogni singolo dettaglio. Non usciva mai di casa senza avere eseguito con cura tutti gli step del make-up. Andava molto fiera del fatto che aveva una sua particolare tecnica. Non l’aveva imparata da nessuno, era una sua creazione. Visti i risultati, facilmente misurabili nel numero di ragazzi che le avevano chiesto di uscire anche soltanto negli ultimi due mesi, direi che ne aveva ben donde di esserne fiera. Finalmente aveva finito. Era pronta.
Durata: quarantacinque minuti. Tutto nella norma.
Si guardò allo specchio. Si osservò con attenzione. Era tutto perfettamente al suo posto. Si piacque molto nel vedersi. Certo c’era quel piccolo dettaglio del suo naso, ma pensò tutti hanno il complesso del naso. Si rassicurò di questa osservazione e si sdraiò sul letto facendo particolare attenzione a non sciupare l’acconciatura.
Poi iniziò a rivolgere i suoi pensieri verso colui che l’aveva invitata poco prima. Era carino, sì insomma c’è di meglio, ma comunque andava bene. Alla sua amica Laura piaceva moltissimo Andrea, e infatti, Chiara aveva avuto un po’ di perplessità nell’accettare il suo invito, poi aveva pensato che, insomma, altrimenti il sabato sera sarebbe dovuta uscire con i suoi soliti amici a “farsi due palle così”, e aveva già dimenticato l’esistenza di Laura. Ora però le tornava in mente prepotentemente, come una specie di senso di colpa, ma lo squillo sul cellulare fece andare via ogni dubbio e perplessità. Era Andrea. Salutò a casa. Le chiesero con chi sarebbe uscita. Rispose sinceramente. Alle perplessità della madre sulla fine della sua relazione con Marco rispose con un breve ma significativo “non ha funzionato” e se ne andò.
Lui la aspettava. Aveva una macchina nera. Pensò che fosse bellina. Più un punto per Andrea. Lo salutò dandogli un bacio sulla guancia, facendo molto attenzione al lucidalabbra, e partirono.
Camicia nera. Più un altro punto. Jeans strappato. Meno un punto. Scarpe uguali a quelle del Manto. Più quattro punti. Andrea le parlava dicendole qualcosa, lei lo ascoltava. Ogni tanto rispondeva alle considerazioni del suo autista di una notte. E così, abbastanza per pietà, rideva di quelle che egli voleva spacciare come battute. Insomma la portò in un pub spacciandolo come quello più bello della città. Lei annuì. Si baciarono. Lui la riportò a casa. Pomiciarono sotto casa e fine della serata.
Si precipitò nel bagno per osservare con attenzione il suo viso. Accidenti! Il trucco era colato un pochino. L’effetto pomiciata s’era fatto sentire sul suo lucidalabbra. Forse era meglio cambiare marca. Ma sempre una gran figa rimaneva. Si struccò lentamente, eseguendo ogni passaggio e si infilò nel letto. Guardò l’orologio era solo l’una. Pensò di chiamare Laura per farle il resoconto della serata, ma si disse che era tardi e allora si mise a scrivere sul suo diario. Scrisse:
“ Oggi sono uscita con Andrea quello della quinta bi. E’ carino. A Laura piace moltissimo, ma lui ha scelto di uscire con me. Devo essere sincera e dire che mi è dispiaciuto tantissimo e che io ho fatto il possibile affinché lui si accorgesse di Laura, ma insomma che ci posso fare se ha scelto me. Non posso certo precludermi la possibilità di uscire con una persona solo perché a Laura piace esteticamente. Poi Laura diciamoci la verità è carina, ma non ha nessuna chance con uno come Andrea.
Ci sono andata. Lui bacia bene, e io sono contenta. Potrebbe essere lui l’uomo della mia vita?”
Concluso il discorso tentò di addormentarsi, ma non aveva sonno, allora si mise a leggere il libro che le avevano assegnato a scuola.
“Due palle sto libro”- sentenziò.
“È comunque certo che nulla al mondo rende l’uomo tanto necessario quanto l’amore” diceva Werther. Pensò ad Andrea, Marco, il Manto, il Bellu, il Pumba, Andrea della quinta ci e si sentì necessaria.